Cortina: 150 euro per i caffè con Maroni all'hotel de la Poste, il sindaco respinge il conto al mittente

Roma ladrona ......

E per fortuna che il Capo del Corpo aveva detto che per l'autocelebrazione di Cortina non ci sarebbero state spese ...... Belin se per un paio di caffè tutti sti soldi figuriamoci per tutto il resto !! E pantalone paga !


Cortina: 150 euro per i caffè con Maroni all'hotel de la Poste, il sindaco respinge il conto al mittente

 

Contestata la fattura emessa dal noto albergo in occasione del raduno dei vigili del fuoco: secondo il primo cittadino è stata gonfiata. La replica del titolare Gherardo Manaigo: "Vorrà dire che le considereremo consumazioni omaggio"

CORTINA. Un conto da oltre 150 euro per i caffè bevuti con il ministro Maroni al bar del celebre hotel de la Poste, a Cortina: quando lo ha ricevuto in municipio, il sindaco ampezzano Andrea Franceschi lo ha rispedito al mittente.

«Soldi del Comun, soldi de negun», si dice in dialetto ampezzano. Così il sindaco che ha la delega sul bilancio, difende i soldi pubblici da quelli che definisce i «furbetti» che emettono fatture gonfiate pensando che nessuno verifichi.

Il tutto accade l'11 settembre, raduno nazionale dei vigili del fuoco: sindaco, ministro Maroni e una decina di accompagnatori andarono al bar dell'Hotel De La Poste a bere un caffè.

Prontamente l'albergo emise la fattura al Comune con un conto da 157,50 euro: consumazione di 30 caffè, super alcolici, succhi di frutta, minerali e snack.

Il sindaco chiese spiegazioni della fattura a Gherardo Manaigo, gestore dell'albergo che in una lettera protocollata il 4 novembre rispose dicendo che gli avrebbe omaggiato le consumazioni.

«Rimaniamo stupiti», scrive Manaigo, «che si ricordi quante consumazioni una dozzina di persone han preso quel giorno». Manaigo chiede poi come si dovrà comportare in futuro.
Al protocollo anche la replica di Franceschi che vuole andare a fondo di un conto per una dozzina di persone che indica invece una trentina di caffè e altre consumazioni.

«Se il rinfresco fosse stato organizzato dal Comune», scrive Franceschi a Manaigo, «avremmo chiesto una ricevuta prima di allontanarci e avremmo saldato il conto la settimana successiva, come siamo soliti fare in tutte le occasioni. Tutto ciò per chiarire che la sua convinzione di "avermi omaggiato di tali consumazioni" è infondata. Fortunatamente non ho debiti con nessuno, tanto meno con l'Hotel de la Poste. Ciononostante, per evitare incomprensioni o imbarazzi, come amministrazione, anche se eravamo venuti a seguito di altri, avevamo deciso di pagare ugualmente il conto da lei inviatoci certamente in buona fede, ipotizzando che il tutto fosse stato organizzato dal Comune. Saltò però subito all'occhio l'errato conteggio delle bevande consumate e lei stesso, confermando che la delegazione era composta da una dozzina di persone, converrà che è alquanto improbabile che le stesse abbiano bevuto 30 caffè, più 2 caffè d'orzo, in sostanza 3 caffè a testa, 7 bottiglie di acqua ossia mezzo litro a testa, 2 Bellini e 1 Vodka alle 17.

Per capire l'assurdità della fattura inviataci _  prosegue Franceschi _ sarebbe bastato il cosiddetto buon senso. Mi dispiace della sua reazione scomposta, tuttavia amministrando soldi pubblici ritengo doveroso verificare anche le singole fatture e quando ci sono delle palesi irregolarità sono abituato ad andare a fondo alle questioni. Nel caso in questione a fare la differenza è stata la mia avversione per i furbetti che credono di poter raccontare agli uffici pubblici la storia dell'orso, pensando di non essere mai scoperti. Per alcuni vale sempre la frase "soldi del Comun, soldi de negun". Per quanto mi riguarda i soldi del Comune sono soldi di tutti e non accetto sprechi, neppure di pochi euro.

Rimane il rammarico», conclude il sindaco, «che un fatto increscioso come questo sia avvenuto in uno degli alberghi con più storia e tradizione di Cortina. Quel che è certo è che non si vive più solo di storia e tradizione, ma anche e soprattutto di servizi, qualità e correttezza nei comportamenti». Ora si attende il conto, quello vero.

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