NOTIZIE STAMPA SUGLI SFRATTI IN ITALIA

Alessandria -

Blitz anti-sfratti in Comune Alessandria

Una ventina con maschere Anonymous occupano ufficio sindaco

(ANSA) - ALESSANDRIA, 12 SET - Una ventina di manifestanti, con il volto coperto dalla maschera di Anonymous, hanno fatto irruzione oggi negli uffici del sindaco di Alessandria, Rita Rossa, in quel momento assente per i lavori della Giunta. La protesta dopo l'annuncio di uno sfratto. I dimostranti, riconducibili alla Rete Sociale per la Casa, hanno lanciato anche un fumogeno mentre salivano le scale del Municipio.Sul posto Polizia e Vigili Urbani.Dopo un incontro con il sindaco, i manifestanti si sono allontanati.

www.ansa.it/piemonte/notizie/2014/09/12/blitz-anti-sfratti-in-comune-alessandria_0903805b-91f2-41b3-9d08-b028f90a5cbe.html

 


Emergenza abitativa, rifinanziato il Fondo regionale per l'affitto: a Forlì 170 sfratti l'anno scorso

"I finanziamenti - sottolinea Alessandrini - possono essere utilizzati dai Comuni sia con le modalità sperimentate negli anni passati, che prevedevano l'erogazione dei contributi alle famiglie che presentavano i requisiti previsti dalla legge"

 “Per aiutare le famiglie e le persone messe in difficoltà dalla crisi economica il Governo nazionale ha deciso di rifinanziare il fondo per l'accesso alle abitazioni in affitto dotandolo di 100 milioni di euro da ripartire fra tutte le Regioni. Alla Regione Emilia-Romagna sono stati destinati 8,5 milioni di euro ai quali si aggiungono 2,2 milioni di euro stanziati dalla stessa Regione”. A comunicarlo è il consigliere regionale Tiziano Alessandrini, vicepresidente della Commissione II Politiche economiche.

“I finanziamenti - sottolinea Alessandrini - possono essere utilizzati dai Comuni sia con le modalità sperimentate negli anni passati, che prevedevano l'erogazione dei contributi alle famiglie che presentavano i requisiti previsti dalla legge, sia per promuovere nuove iniziative per dare sollievo alle famiglie in difficoltà e in forte disagio abitativo. I nuovi interventi possono prevedere la costituzione di agenzie per la locazione o di fondi di garanzia, la stipula di convenzioni con cooperative edilizie, imprese di costruzione ed altri soggetti imprenditoriali che mettono a disposizione dei Comuni alloggi da concedere in locazione a canone concordato ed infine convenzioni che permettano la rinegoziazione di nuovi contratti a canoni inferiori con il supporto delle organizzazioni di rappresentanza dei proprietari e degli inquilini”.

“Per rendere efficaci queste risorse - conclude il consigliere regionale Pd - la Regione ha deciso di ripartire il fondo fra i Comuni capoluogo e quelli ad alta tensione abitativa, dal momento che è proprio in queste realtà territoriali che si concentra la quota più elevata del disagio abitativo. In provincia di Forlì-Cesena i Comuni interessati sono Cesena, dove nel 2013 sono stati registrati 136 sfratti, Cesenatico, 37 sfratti nel 2013, e Forlì, 170 sfratti nel 2013. La Regione ha individuato i requisiti che i nuclei familiari beneficiari dei fondi debbono possedere e le condizioni alle quali i Comuni debbono attenersi per la concessione dei contributi ma ha lasciato agli Enti stessi la possibilità di decidere le azioni da mettere in campo e la rispettiva quantificazione delle risorse, nel rispetto delle finalità individuate dalla normativa statale”.

12 settembre 2014

www.forlitoday.it/politica/emergenza-abitativa-rifinanziato-il-fondo-regionale-per-l-affitto-a-forli-170-sfratti-anno-scorso.html

 


Sfratti, quaranta le famiglie a rischio

In crescita il numero di chi potrebbe restare senza casa mentre raddoppiano le richieste di contributo per gli affitti

VOGHERA. Almeno quaranta famiglie vogheresi rischiano lo sfratto. Un numero in netto aumento rispetto al 2013, a testimoniare quanto sia acuta l'emergenza abitativa in città. Eppure Voghera - come pure Vigevano - a differenza di Pavia non fa parte di quei comuni lombardi che usufruiscono di agevolazioni sulla cosiddetta «morosità incolpevole» (cioè di chi non riesce a tener fronte alle scadenze degli affitti perchè non ha abbastanza soldi, non perchè li sprechi o si rifiuti di pagare pur non mancando di disponibilità economica), proprio per l'alta tensione sul fronte casa. «Ogni tentativo perchè anche a Voghera venisse riconosciuto tale status da parte dell’Osservatorio regionale è sistematicamente fallito - sottolinea polemicamente Tino Negri, numero uno del Sicet, il sindacato inquilini Cisl - Ma presto torneremo alla carica». Concorda Antonio Floriano, della segreteria provinciale Cisl: «Il riconoscimento consentirebbe, tra l’altro, dilazioni e rinvii degli sfratti».

C'è un altro dato che deve far riflettere. I Servizi sociali del Comune prevedono il raddoppio - stima prudente - delle richieste per il contributo al pagamento dei canoni di affitto: se nel 2013 erano state 93, quest'anno, con l'innalzamento della soglia del reddito Isee da circa 4.500 a 9.500 euro, potrebbero superare ampiamente quota duecento (lo sportello di corso Rosselli è aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 9 a mezzogiorno). Il che significa che il disagio è sempre più ampio e tocca anche un bene di primissima necessità come la casa. Crescono gli sfratti. Che potevano essere ancora di più se il Comune non si fosse mosso in maniera diretta in undici casi (si tratta di «interventi straordinari per l’emergenza abitativa»), anticipando il canone ai proprietari. «Complessivamente – spiega l’assessore Baggini – sono stati erogati aiuti per 5680 euro». Ma chiaramente ancora non basta.

di Roberto Lodigiani

13 settembre 2014

laprovinciapavese.gelocal.it/cronaca/2014/09/13/news/sfratti-quaranta-le-famiglie-a-rischio-1.9927074

 


Emergenza casa, famiglie accampate a Palermo: "Siamo invisibili"

Doveva essere una sistemazione temporanea ma da luglio 18 persone vivono dentro la palestra di una scuola media. Il Comune studia altre soluzione, ma loro denunciano lo stato d'abbandono: "Qualcuno ci aiuti”

PALERMO – Hanno sofferto il caldo estivo e quando piove in una parte della palestra cade acqua dal tetto. Sono soltanto alcuni dei disagi che lamentano le otto famiglie senza casa tutte con bambini che, dal mese di luglio, per disposizione del comune, hanno avuto questa sistemazione temporanea. Quella che però doveva essere una condizione provvisoria della durata massima di 15 giorni è perdurata, invece, nel tempo assumendo le caratteristiche di un vero e proprio ‘accampamento’.

L’ambiente, infatti, in cui vivono le 18 persone compresi i bambini e tre cani, è unico, composto da letti tipo ospedale senza nessuna separazione con un solo frigo e un piccolo televisore condiviso. Inoltre, ci sono tre bagni, 5 docce e 5 lavandini funzionanti. La sera, poiché è avvenuto l’abbassamento della potenza del contatore, c’è pochissima energia elettrica. Oltre la grande stanza, c’è una stanza magazzino con alcuni fornetti, vestiti e oggetti tutti ammassati. Nella stanza spogliatoio ci vive una sola coppia con una donna invalida.

Tra le persone c’è anche una ragazza all’ottavo mese di gravidanza, già mamma di altri due figli, che però la sera va a dormire dalla madre insieme ai figli lasciando il marito solo. Quasi tutti, fanno lavoretti saltuari e tra questi, c’è il rovistare nell’immondizia per rivendere al mercato di Ballarò. Ad occuparsi di loro sono la Caritas che fornisce i pasti, l’associazione Danza delle ombre e gli angeli della notte. I bambini di tutte le famiglie la sera non dormono nella palestra ma vengono ospitati da alcuni parenti. La situazione è ancora più complessa anche perché, con l’inizio delle scuola previsto la prossima settimana, la scuola media, che già insiste in un territorio difficile, desidera riavere la sua palestra per gli studenti.

“Siamo stanchi non ce la facciamo più – si sfoga Giuseppe Infantolino disoccupato con alle spalle il mestiere di pasticcere -. Io e mia moglie dopo avere perso il lavoro siamo arrivati da Milano tre anni fa ma non abbiamo più niente per le mani. Non possiamo vivere tutti insieme in uno stesso ambiente perché non è certo una condizione di vita dignitosa. Vogliamo qualcuno che ci aiuti e soprattutto ci ascolti. Certo non vogliamo rubare per vivere”. A sfogarsi è anche Sonia della famiglia Misilmeri con uno sguardo molto spento e scoraggiato. “Ci avevano detto che ci avrebbero portati degli armadi e almeno una lavatrice e invece abbiamo i nostri vestiti ammassati e la biancheria da lavare a mano– continua Sonia di 28 anni con un figlio di 4 anni -. Ogni sera saluto mio figlio che piange perché vorrebbe dormire con me. Ditemi se questa è vita. Abbiamo avuto finora solo promesse di cose che non sono avvenute. Mi chiedo perché ci prendono in giro”.

Tra le famiglie c’è anche una coppia mista composta da lui italiano e lei delle Mauritius con 5 figli. “In estate abbiamo sofferto il caldo perché l’ambiente è poco salutare – racconta in perfetto italiano -. Vivere in questo modo non è giusto, qualcuno ci dia delle risposte”. “Ho 20 anni, da poco ho perso un bambino a causa proprio di questa situazione che sto vivendo – dice Felisia -. Ho cercato pure un lavoro ma ho avuto finora soltanto delusioni. In questo luogo i giorni non finiscono mai e ci stanno facendo impazzire a tutti quanti. Non si può vivere così”. “Nemmeno i cani si trattano così – si sfoga un altro persona che ha preferito rimanere anonima -. Ci hanno messo a cuccia e adesso?”.

Dalla segreteria dell’assessore fanno sapere che il comune sta mettendo in campo tutte le forze per cercare di trovare una soluzione per le famiglie. “La situazione delle famiglie è monitorata da vicino – sottolinea Gigi Simon la segretaria dell’assessore alla cittadinanza sociale Agnese Ciulla -. Siamo già fuori tempo con l’impegno preso con la scuola che vuole la palestra. Il problema delle famiglie senza casa in città è notevole e ci muoveremo per reperire altre risorse immobiliari. L’obiettivo del sindaco, che ha dato per questo incarico all’assessore alle risorse immobiliari, è quello che, entro l’anno, vengano individuati il maggior numero di immobili per le famiglie bisognose”. “Quella che doveva essere per le famiglie una situazione di emergenza, in attesa di muoverci con l’unico ente accreditato per il sostegno e l’accompagnamento abitativo – spiega la dirigente dell’area servizi sociali del comune Cettina Maria Como – purtroppo, ha avuto dei tempi più lunghi del previsto. Alle famiglie, in questo momento non possiamo dare una casa ma continueremo a proporre altre soluzioni come il ricovero in emergenza per un mese attraverso l’ente accreditato e il percorso verso l’autonomia abitativa con il sostegno completo da parte dei servizi sociali”. (set)

13 settembre 2014

www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/467842/Emergenza-casa-famiglie-accampate-a-Palermo-Siamo-invisibili