1 MAGGIO... DI LOTTA
Siamo convinti, e lo abbiamo scritto più volte, che non può esserci vera libertà senza un lavoro che renda l'esistenza libera e dignitosa. In questo senso la giornata del 1 maggio evidenzia la necessità di un cambiamento verso regole che separino i meriti dalla politica che discute di questioni estranee alle esigenze di chi lavora e più in generale di tutti i cittadini.
Se non si mette al centro il lavoro, quello da tutelare, quello da creare e quello da ritrovare, non c'è formula politica che tenga in una situazione di crisi come l'attuale.
Se non si adottano misure drastiche che rimettano in discussione gli elementi portanti di un sistema economico e politico che non regge più e che ha creato disequilibri sociali inaccettabili, (UE, BCE, FMI, Euro, sovranità popolare, multinazionali) ogni tentativo di mettere qualche improbabile toppa è destinato al fallimento.
E' indispensabile una trasformazione sociale, politica ed economica rapida e radicale che superi la situazione attuale e che rimetta al centro l'uomo ed il lavoro. Oggi troppe false libertà, affermazioni capziose ( come tutelare il lavoratore e non il posto di lavoro ) esplicitano delle tutele funzionali alla riproduzione delle diseguaglianze sociali.
Un dirigente, un funzionario, ma anche il dipendente subordinato, nel momento in cui deve ringraziare il fatto di avere un lavoro, subisce un danno alla sua dignità.
In futuro sarà un servo fedele, ed un cittadino con libertà di espressione limitata. Non potrà più alzare la testa. Quindi serve una ribellione culturale, prima che materiale, la politica deve tornare al servizio del cittadino e non viceversa, e il sindacato controparte e non complice. Vent’anni di concertazione e di dialogo sociale hanno talmente piegato il movimento dei lavoratori italiano da renderlo incapace di dare risposte anche minimamente adeguate all’attacco portato dal capitale.
Ad Alessandria la confusione è tale che lavoratori e cittadini si schierano dalla parte di chi (ooss e partiti) ha creato questa situazione sostenendo i governi che hanno fatto le leggi e le norme che ora vorrebbero modificate… decidere da che parte stare e lasciar perdere le doppiezze una volta per tutte....sarebbe un buon passo in avanti.
Nel momento attuale, è il lavoratore che paga in ultima istanza il debito di una crisi prodotta da altri, questo è il concetto : i poveri, i precari a vita, i disoccupati, gli esodati, i cassaintegrati devono essere fatti tacere.. Sulla loro pelle si specula, sulla precarietà creata per essere funzionale in un contesto di controllo sociale, si regge un finto sistema di assistenza benevola ad opera dei soliti noti. Una politica che provoca disperazione estrema e violenza tra la gente comune, sia che si rivolga contro se stessa (dandosi fuoco come un anno fa davanti a Palazzo Chigi) sia che invece oggi spari a due carabinieri, messi lì a protezione di chi li ha portati a quel grado di rabbia e d’impotenza.
Non possiamo permetterlo, non vogliamo e non dobbiamo… anche ad Alessandria
“…………..Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo
quando è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita,
di fuggire ai consigli sensati……………….”
(tratto da “Lentamente muore” poesia di Martha Medeiros)
L’Esecutivo Confederale Provinciale USB