IL SINDACATO DI BASE VUOLE L'ATTENZIONE DEI POLITICI SULLA CARENZA DI UOMINI E RISORSE DEI VIGILI DEL FUOCO

COMUNICATO STAMPA

Alessandria -

Meno medaglie e più risorse; era questo uno slogan utilizzato durante uno dei tanti scioperi indetti dall’RdB nell’autunno caldo dell’anno passato. Questa frase è sempre valida, oggi più che mai; mezz’Italia brucia tra incendi boschivi e di sterpaglie, come quasi tutti gli anni e in questi momenti di “emergenza” la stampa si ricorda di Vigili del Fuoco e dell’intera macchina dei soccorsi che opera in Italia, i politici ai microfoni delle televisioni fanno belle promesse (si pensi che la finanziaria 2007, prevede per i Vigili del Fuoco la stabilizzazione di solo 800 precari e i politici con alle loro spalle foto di devastanti incendi gonfiano queste cifre, questi numeri per far star tranquilli gli italiani e i turisti). Appena compare il sole dopo la tempesta, gli operatori del soccorso ritornano ad operare nell’ombra e nella discrezione che li contraddistingue rompendo il silenzio solo con il suono delle sirene. Forse sarebbe più giusto in Italia iniziare a dire la verità, i Vigili del Fuoco sono malati, malati di una malattia che si chiama riforma del corpo, che si chiama per gli addetti ai lavori contratto a regime pubblicistico; già con la legge del 252/04 il contratto dei Vigili del Fuoco è passato da un regime di tipo “privatistico” ad uno “pubblicistico” per un folle tentativo da parte dell’allora Ministro Bianco della Margherita (ma condiviso anche dall’attuale Governo “amico”) e della cisl di voler equiparare i pompieri alle forze di polizia. Folle progetto in quanto i Vigili del Fuoco secondo l’RdB non hanno nulla a che spartire con chi reprime la criminalità e garantisce l’ordine pubblico; siamo entrambi sì servitori dello stato (questo è quello che ci ha ricordato l’attuale Governo in fase di rinnovo del Contratto), ma facciamo cose diverse. Questo era e rimane il pensiero dell’RdB-CUB Pubblico Impiego settore Vigili del Fuoco; l’RdB ha da sempre rivendicato l’uscita dal Ministero dell’Interno, per diventare la spina dorsale, della Protezione Civile in Italia, la componente professionista della Protezione Civile alle dirette dipendenze della presidenza del Consiglio dei Ministri. Evidentemente l’RdB non aveva l’appoggio delle forze politiche giuste ed è passata l’altra riforma. Tra qualche mese per riconoscere l’anzianità di servizio di un pompiere potrete “leggere” sulla sua spalla i gradi come nel resto del comparto sicurezza. Ai fini operativi, ai fini della sicurezza della singola famiglia e della singola massaia sembrerebbe che tutto questo non influisca; ma invece sì e tanto. Dal lontano 2004 il legislatore, i vertici del Dipartimento Vigili del Fuoco sono stati impegnati nella parte burocratica di questa riforma, con il risultato di una netta paralisi dello stesso Dipartimento. Le risorse economiche sono state dirottate per la riforma e da tempo non si assumono piu giovani pompieri, e nell’assumere e nel equiparare i pompieri agli “altri” ora per diventare un Vigile del Fuoco ci vogliono 6 mesi di corso e pertanto gli allievi (parliamo di ben 600 unità ancora delle graduatorie del Governo Belusconi) che oggi sono a Roma alle scuole li vedremo ai Comandi VVF a primavera 2008. Vi saranno poi 800 precari che verranno stabilizzati (ricordiamo che intorno ai Vigili del Fuoco ruotano circa 15 mila precari, i Vigili Discontinui) grazie alla Finanziaria 2007 arriveranno ai Comandi VVF se va bene alla fine del 2008; occorre ricordare infine, che entro fine anno per raggiunti limiti di età (riforma o non riforma pensionistica) andranno in pensione circa 1100-1300 Vigili del Fuoco. Si fa presto a capire che nel 2008 ad assunzioni avvenute il saldo totale tra nuovi ingressi e pensionamenti sarà negativo. Forse chi ha pensato a questa riforma intendeva utilizzare in intervento i Vigili del Fuoco come fanno polizia e carabinieri, con sole 2 unità (infatti hanno incominciato a distribuire per i Comandi VVF le nuove APS a 3 (!!!) posti; una squadra di pompieri per essere operativa efficiente e sicura (sicura intendiamo anche la nostra di sicurezza) deve essere composta di 5 elementi, ognuno con un suo compito distinto e che insieme fanno e sono una squadra di soccorso tecnico urgente. Diventa difficile esternare il malessere e le preoccupazioni di una categoria di dipendenti statali dopo le dichiarazioni del Prof. Ichino o la caccia al dipendente pubblico fannullone avviata da qualche rappresentante di questo Governo; gli stessi rappresentanti di Governo che però alla prima tragedia dove muore uno di noi (dipendenti pubblici) sono in prima fila per appuntarci una medaglia e appena c’è un’emergenza ad invocare il potenziamento di quelli che prima additavano come fannulloni. Ricordiamo che i Vigili del Fuoco in provincia di Alessandria sono presenti con sedi permanenti (cioè di professionisti) ad Acqui, Ovada, Novi, Tortona e Casale, con la sede Centrale ad Alessandria. Il DPCM del 1997 aveva, dopo uno studio del territorio (rischio industriale, insediamenti civili, ecc) stabilito che la pianta organica del Comando Vigili del Fuoco di Alessandria doveva contare 237 unità divise tra capi reparto capi squadra e vigili permanenti (queste erano le tre qualifiche). Oggi la riforma fatta a tavolino, cioè senza nessun studio, ha rivisto questa pianta organica (a livello nazionale ovviamente) cambiandogli anche il nome in dotazione organica, riducendo ovviamente alcune qualifiche volendo far svolgere al livello inferiore la mansione superiore, senza corso di formazione e tutela legale. Questo sarà il futuro che ci attenderà chi farà il capo non sarà un capo per capirci ma un vigile anziano. In questa fase di transizione, oggi (agosto 2007) al Comando di Alessandria mancano 40 unità operative rispetto alle vecchia pianta organica del 97, ricordando il piano di assunzioni citato prima; si andrà sempre peggio. Questa drammatica carenza di personale Operativo professionista non sembra che preoccupi l’attuale dirigente provinciale dei Vigili del Fuoco, la sua risposta alla carenza dei professionisti è l’apertura di sedi volontarie di pompieri, ad oggi nel cassetto ha l’autorizzazione per l’apertura di 5 sedi volontarie in tutta la provincia di Alessandria. Già, un domani vedremo chiudere anche temporaneamente un distaccamento di professionisti per mancanza di uomini e le risorse e attrezzature verranno dirottate presso il distaccamento volontario, tipo quello di Bosio, già in quanto Bosio è uno dei siti prescelti per l’apertura di una delle 5 sedi volontarie. Diventa difficile comprendere questi progetti, in teoria il dirigente provinciale dei Vigili del Fuoco non ha colpa se da Roma non gli assegnano personale (è anche vero che il dirigente che avevamo prima qualche viaggetto a Roma a picchiare i pugni sulle varie scrivanie lo faceva ...) ed è altre sì meritevole per la sua carriera se in teoria potenzia le sedi dei Vigili del Fuoco sul territorio, integrando quelle Permanenti con quelle volontarie. Nella realtà si cercherà nel prossimo futuro di sostituire la componenti Permanente e Professionista con quella volontaria. Se la riforma del CNVVF e il passaggio al regime pubblicistico sta azzerano le agibilità e i diritti sindacali di un’intera categoria di lavoratori è anche vero che i volontari non sono per nulla sindacalizzati pertanto più volontari ci sono e meno grattacapi sindacali ci saranno per i vari dirigenti del CNVVF. Ad inizio luglio del 2007 l’RdB CUB PI dei Vigili del Fuoco di Alessandria, ammettiamo in modo anomalo (ricordiamo che l’RdB non fa parte della casta delle organizzazioni Confederali), aveva invitato le altre organizzazioni sindacali locali VVF ad intraprendere qualsiasi azione lecita e pacifica di protesta per denunciare a chi di dovere l’attuale stato in cui sono i Vigili del Fuoco della provincia di Alessandria e cioè costretti a lavorare con -40 unità operative, dovendo mantenere sempre e comunque un servizio di soccorso tecnico urgente professionale ed efficiente, mancanza di fondi e risorse. Questo appello all’unitarietà di una rivendicazione dell’intera categoria, ma soprattutto a garanzia del servizio dato e dovuto ai cittadini della nostra provincia è caduto nel vuoto. I confederali ne hanno accettato l’invito all’unitarietà ne hanno intrapreso azioni proprie. Oggi più che mai l’unità avrebbe fatto la forza. E’ anche vero che come in tutte la grandi famiglia c’è sempre chi si “contraddistingue” e su questa carenza d’organico c’è chi è sempre disponibile a fare ore di straordinario, pertanto sulla carenza di personale e di servizio c’è chi ci guadagna, ma non riteniamo che l’interesse di pochi o il timore di mettere in cattiva luce il locale dirigente debba ostacolare sia la tutela dei lavoratori che la sicurezza con cui dobbiamo operare ma anche e soprattutto le garanzie che dobbiamo offrire a livello di soccorso alla cittadinanza. Questa riforma ha prosciugato le casse dei Vigili del Fuoco e in nostri vertici troppo impegnati a riformare non hanno nei tempi e modi giusti chiesto garanzie finanziare ai vari Governi. Oggi abbiamo difficoltà a pagare i fornitori (e il problema non è l’affitto come dice il Ministro Amato), il carburante e soprattutto la riparazione dei mezzi e delle attrezzature. Si qualche nuovo e tecnologica APS è stata assegnata, ma come quelle in servizio ad Acqui Terme non ci sono poi i soldi per allestirla e pertanto è parzialmente inutilizzabile; o come quella temporaneamente assegnata qualche tempo fa al distaccamento di Novi e poi di Ovada che, viste le enormi dimensioni non entrava neppure in autorimessa, figuriamoci dentro il centro storico di qualsiasi città. Di questo stato di cose se ne devono far carico i rappresentanti dei lavoratori, pertanto i sindacati, ma anche e soprattutto i politici dell’intera provincia, dal consigliere comunale all’onorevole eletto in questa circoscrizione, il quale sicuramente anche lui sarà stato una volta sul palco ad appuntarci una medaglia dopo qualche emergenza o altro. L’RdB non ha la soluzione in tasca se non quella di uscire da questo comparto ed entrare quale professionisti nella Protezione Civile, ma l’RdB non ha neppure l’omertà di non denunciare e segnalare questo stato di fatto e la situazione in cui versa il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Alessandria, una situazione tutt’altro che rosea; altri forse si. Riteniamo che se l’organico dei Vigili del Fuoco fosse ottimale e pertanto il personale potesse operare con serenità ed in sicurezza, anche lo stesso locale dirigente VV.F. ne trarrebbe sollievo.