NO AL CONTRATTO TRIENNALE! NO AL MEMORANDUM

DEMOLIRE IL CCNL DEI LAVORATORI PUBBLICI PER DEMOLIRE LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

 

Alessandria -

L’attacco ai contratti dei dipendenti pubblici è propedeutico alla demolizione della pubblica amministrazione attraverso la riduzione della spesa per i servizi pubblici, la chiusura di uffici e servizi sul territorio, la riduzione di personale in pianta organica, la mobilità coatta degli esuberi e il relegare la dirigenza ad un ruolo di cane da guardia dei dipendenti “fannulloni”. La modifica strutturale dei contratti, che parte dal  Pubblico Impiego per poi estendersi a tutte le altre categorie  del mondo del lavoro,   rappresenta l’ennesimo pesantissimo attacco al salario dei lavoratori: non possiamo dimenticare  che negli  anni in cui i contratti  erano triennali era ancora vigente la scala mobile che consentiva un adeguamento automatico dei salari  al costo della vita.  Oggi, senza un meccanismo di «garanzia»  la perdita del potere d’acquisto dei salari diventa ancora più evidente ed inaccettabile.  In questo contesto  la nostra proposta di legge per una nuova scala mobile  acquista,  un peso politico  ancora maggiore.  Come avevamo previsto,  dietro al balletto della differenza di pochi euro (la differenza tra i 101 Euro richiesti e i 95/96 stanziati) si nascondeva la volontà precisa,   che  parte da lontano,  di arrivare alla triennalizzazione del contratto.  E così quello che non è riuscito  a fare il Governo Berlusconi,  viene fatto   oggi dal  Governo «amico»,  con la complicità dei sindacati confederali che hanno messo in scena la patetica farsa dello sciopero annunciato tre volte. La RdB CUB   P.I. ha già ritirato la firma dall’accordo del 6 aprile: oggi dobbiamo respingere in maniera decisa questo ulteriore «sfregio» ai diritti dei lavoratori attraverso una mobilitazione capillare che coinvolga tutti i  posti di lavoro. La definizione del DPEF, annunciato per fine giugno, determinerà la portata dell’attacco al pubblico impiego definendo, per quanto riguarda le risorse aggiuntive per il rinnovo dei contratti, le quantità e le modalità di erogazione e, per quanto riguarda il Tesoretto, l’impegno del governo ad investire nella Pubblica Amministrazione oppure nei profitti delle imprese. A questo appuntamento è necessario arrivarci facendo sentire la voce dei lavoratori pubblici annunciando fin da ora mobilitazioni territoriali che coinvolgano anche la cittadinanza che insieme ai lavoratori è la parte più colpita da questi provvedimenti.

RESPINGIAMO L’ACCORDO!