Protesta del Catasto "occupa" il Consiglio Pozzolo invece sceglie il no «I tempi non sono maturi»
Il personale statale contro il trasloco nei Comuni
NOVI LIGURE - «No al catasto ai Comuni». I lavoratori dell'ufficio dell’Agenzia del territorio di Alessandria ieri mattina hanno tenuto un’assemblea e in serata hanno protestato al Consiglio comunale di Novi contro il decentramento delle loro competenze in tutti i Comuni. Proprio oggi scade il termine per presentare la domanda di accettazione delle competenze alla sede nazionale dell'Agenzia del Territorio di Roma. Moltissimi Comuni anche in provincia hanno già deliberato, Novi arriva in extremis a causa di un «stallo» all’ultimo consiglio. Di qui la scelta di venire a manifestare in Municipio. Ma la protesta dei dipendenti del Catasto è indirizzata non solo a Novi, ma anche a tutti gli altri. «Non si tratta solo di rischio dei circa 100 posti di lavoro, almeno quelli già attivi - dice Giovanni Maccarino delle Rappresentanze sindacali di base per il pubblico impiego -, ma del futuro dell'ufficio stesso che verrebbe smantellato. Per i lavoratori del Catasto, si profilerebbero trasferimenti negli uffici territoriali che si creerebbero nei vari Comuni. Si ipotizza che una percentuale possa essere assorbita dai Comuni, ma devono spiegarci in che modo. Ci pare evidente che l'intento dello Stato, come per altre strutture pubbliche, sia quello di smantellare anche la macchina del Catasto». Con la protesta di ieri la Rsu del pubblico impiego sottolinea la necessità di rivalutare le professionalità interne e non di «svenderle ai Comuni - prosegue Maccarino - che per pagare strutture e personale, dovrebbe innalzare imposte come l'Ici e rivalersi quindi sui cittadini. Ai Comuni servono le mappe catastali e dell'aerofotogrammetria, ma a nessuno verrebbe mai in mente di comprarsi aeroplani ed apparecchiature per farsi le mappe da soli». «I tempi sono prematuri per il decentramento delle competenze catastali». E’ il parere del sindaco di Pozzolo, Roberto Silvano. Il suo paese dice no. «Sarebbe necessario un periodo di rodaggio e di verifica sull'effettivo utilizzo, tenendo conto che le strutture provinciali funzionano molto bene. Oggi i Comuni possono offrire un servizio al cittadino quasi completo, senza con questo doversi portare in casa il catasto intero». 3 ottobre 2007 - La Stampa di GINO FORTUNATO